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La lettura prenatale

Leggere al bambino prima della nascita può essere un appuntamento fisso giornaliero che permette alla mamma di prendersi uno spazio piacevole tutto per se e di creare un maggiore contatto affettivo.

Quando iniziamo ad udire:

Il secondo organo di senso sviluppato dal feto è infatti l’udito; nelle prime settimane di gestazione, i suoni vengono percepiti sotto forma di vibrazioni, ma già dalla 18ma settimana, il bambino comincia a percepire i primi veri suoni: in primis il battito del cuore della mamma ed il suo, il respiro ed il gorgoglìo di stomaco e intestino della mamma.

Circa verso la 22ma settimana il bambino ha sviluppato completamente il suo udito ed è in grado di percepire i suoni che provengo anche dall'esterno della pancia: è noto infatti che i papà comincino a parlare alla pancia della mamma per far conoscere anche la propria voce.

Doppia musicalità:

Ma è il suono della voce della mamma è il suono più potente, poiché è in versione “stereo”!

Il suono della voce giunge infatti sia dall'interno, passando attraverso la laringe, poi la colonna vertebrale per giungere infine alla pancia che funge da cassa di risonanza, sia dall'esterno.

Questo doppio suono della voce della mamma è la caratteristica che contraddistingue per i bambino inequivocabilmente, la voce della sua mamma, poiché l’unico suono che sente dentro e fuori il suo mondo.

E’ proprio attraverso questa “doppia musicalità” che passa il contenuto comunicativo più importante, quello emotivo.

Il feto infatti non distingue le parole che per lui non hanno ancora alcun significato, bensì il ritmo, il timbro, l’intensità, la tonalità, l’amorevolezza.

Pertanto leggere ad alta voce per la mamma significa comunicare con i feto; non ha importanza se si stia leggendo un libro, una ricetta od una preghiera, l’importante è farlo in modo da comunicare piacevolezza, divertimento, amore, allegria.

Altri vantaggi:

Ma è già da almeno due decenni che diversi studi hanno dimostrato la capacità del bambino di ricordare i suoni ascoltati nei mesi precedenti la nascita e, una volta venuto al mondo, di riconoscerli, con un doppio effetto positivo: sarà un bambino che si affaccerà in modo meno timoroso al “nuovo mondo” perché oltre alle voci di mamma e papà riconoscerà i suoni delle parole ascoltate nella vita prenatale ed avrà acquisito una maggiore attitudine all'apprendimento dell’eloquio.

Saranno anche bambini che piangeranno molto meno poiché cercheranno sin da subito di comunicare con il mondo nuovo attraverso il tentativo di emissioni di suoni simili a parole già udite, che ovviamente però risulteranno solo teneri gorgheggi!

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