"Segui il tuo istinto!" è una frase che ti è sicuramente stata detta da qualcuno vicino a te nei momenti in cui ti sei trovato di fronte ad importanti decisioni da prendere.
L'invito è quello di "ascoltare" il corpo, cioé "ascoltarsi", perché è proprio dalle sensazioni che proviamo che possiamo ricevere informazioni importanti sulla decisione da prendere seguendo, appunto, l'istinto.
L'istinto è definito in psicoanalisi come l’impulso di origine psichica o motivazione che spinge un essere vivente ad agire per la realizzazione di un particolare obiettivo, mediante schemi d'azione innati ed istintivi.
Sono comportamenti basati su automatismi e non sono frutto di apprendimento né di scelta personale.
William McDougall, autore della Teoria dell'istinto, sosteneva che esso è composto da tre elementi: percezione, emozione e comportamento; articolandosi in 18 tipologie d’istinti.
Alcuni esempi: l'istinto materno, la curiosità, il bisogno di nutrirsi, le migrazioni degli uccelli, l'attrazione sessuale e gli stessi meccanismi della nostra vita sociale.
Tale teoria, sostiene che alcuni nostri comportamenti spontanei, vengono messi in atto per proteggerci e garantirci la sopravvivenza.
La ragione è la più alta facoltà regolatrice che detta leggi capaci di dare ordine e fini alla vita morale e sociale dell'uomo.
La ragione è inoltre considerata una prerogativa specifica dell'uomo, in quanto lo distingue dagli animali, tanto che Aristotele infatti definiva l'uomo "animale razionale", proprio per sottolinearne la differenza, in quanto dotato raziocinio.
Come esseri umani "sociali" siamo fondamentalmente inquinati nel nostro essere: invasi da cliché, schemi, e convinzioni che determinano la concezione che abbiamo della vita. Insomma: siamo pieni di schemi cognitivi.
Gli schemi cognitivi ci aiutano ad incasellare rigidamente la realtà, come se essa potesse essere ridotta a un mero dato scientifico da scomporre ed analizzare, snaturando la sua essenza e non permettendoci di coglierne le sfumature.
Dovremo quindi tenere in considerazione il nostro istinto come elemento importante esattamente come la ragione.
Il motivo per il quale facciamo così fatica, è legato al fatto che l'istinto non è basato su prove o su esperienze passate. Seguire l'istinto ci fa muovere su terreni che ci mettono a confronto con le nostre fragilità e le nostre paure, quelle paure legate ad un'alta percentuale di errore (al 50% la strada intrapresa potrebbe essere errata) e ci mettono di fronte alla probabilità di fallimento.
Non è per nulla facile decifrare i segnali ricevuti dal nostro istinto, soprattutto per quelle persone che sono particolarmente ansiose, e che stanno vivendo periodi prolungati di stress, in quanto esse vivono in un costante stato di allerta.
Questo purtroppo porta spesso ad una situazione di impasse: basandoci solo sull'istinto ci si sente cadere nel vuoto senza paracadute, mentre seguendo solo la ragione ci troviamo fermi e paralizzati dalla paura di sbagliare.
Sarebbe opportuno imparare a riportare ansia e stress a livelli accettabili, per poter prendere decisioni sfruttando la parte costruttiva di entrambi gli stati.
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