Che tu sia giovanissimo o adulto, le prove da superare non finiscono mai:
verifiche,
interrogazioni,
l’esame di maturità,
la patente di guida,
gli esami universitari,
gli esami di abilitazione,
le prove di concorso,
i colloqui di lavoro,
le promozioni sul lavoro, le gare sportive...
Bene, dopo aver superato prove su prove ed avere già raggiunto molti dei nostri obiettivi, viene da chiedersi come mai ancora una volta davanti ad una nuova prova, quel'ansia da prestazione non voglia abbandonarci.
“L’ansia da prestazione consiste quindi nel timore, nella preoccupazione eccessiva e sproporzionata per una situazione futura, in cui è richiesta una certa performance”.
Ovvero riguarda moltissime persone e, proprio per questo, continuiamo ad influenzarci a vicenda, rinforzando il problema (ad. esempio ci si scambia l’ “in bocca al lupo” per un esame, come se dipendesse dalla fortuna l’esisto dello stesso e non dalla nostra preparazione e sua consapevolezza), anziché affrontarlo alla radice comprendendo cosa ci sia alla base di quest’ansia e come risolverlo in maniera definitiva.
Il risultato è che una numerosissima platea di persone, dinnanzi ad una “prova”, si trova ad avere sintomi fisici quali l’aumento del battito cardiaco o della sudorazione, una sensazione di nausea o di soffocamento, insonnia. Come se non bastasse, a volte, a tradimento, si aggiungono sintomi psichici, ovvero capita di trovarsi ad avere la mente completamente vuota, dinnanzi ad una domanda fino a ieri considerata banale; insomma di andare in tilt, di avere un black-out totale.
Le origini si trovano dentro di noi, con anni ed anni di allenamento ad abitudini mentali scorrette anticipando mentalmente la situazione e prefigurandosi esiti catastrofici: “io non mi ricordo proprio niente!” “io non ci capisco nulla!” “non ce la farò mai”.
Poi si aggiunge l’ansia degli altri (vedi l’ansioso da esame), infine la pressione di genitori o compagni di vita “preoccupati” della nostra capacità di superamento delle prove.
Per uscirne occorre investire un po’ di tempo per capire noi stessi, analizzando i nostri schemi cognitivi disfunzionali:
ognuno di noi è diverso, ha un approccio mentale all'apprendimento diverso, con dei punti di forza acquisiti nel tempo ed alcune fragilità da rinforzare;
imparando metodi nuovi di apprendimento adeguati a me stesso ed iniziando a gestire l’ansia residua con metodi di rilassamento che mi permettono, in qualsiasi situazione, di controllare tramite il mio respiro, battito cardiaco e la sudorazione.
A mamo a mano a mano che vedo su me stesso risultati positivi, riuscirò ad innescare una serie di abitudini mentali corrette, (ristrutturazione schemi cognitivi disfunzionali ) che andranno a soppiantare definitamente tutte le scorrette, praticate per anni!
In tutto questo, sconsigliamo il fai da te! Anche se informarsi e leggere non ha mai fatto del male ad alcuno, per diventare “pratici” di qualunque disciplina, la miglior strada è un trainer specializzato, che ti accompagni passo passo fino al raggiungimento della tua autonomia.
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